8 Marzo giornata di riflessione sul ruolo e le condizioni della donna da parte delle alunne delle classi I B, II B, IV I, V A guidate dalle docenti Gammella Anna Maria e Tartaglione Marilena. Non un percorso per celebrare ma un’occasione per capire la vita e l’opera di otto donne di tempi e luoghi diversi. Le alunne hanno immaginato i loro pensieri e hanno scritto e interpretato un monologo per sottolineare l’intraprendenza e il coraggio di queste valorose. Ed ecco Penelope che deplora il fatto di essere conosciuta come la moglie di Odisseo senza il quale sembra non avere identità; Ipazia , matematica, astronoma, filosofa, che denuncia il fatto che la natura femminile era considerata una menomazione e la donna un uomo mancato. Gertrude, la monaca di Monza, ha presentato il plagio della volontà e la violenza psicologica sofferta, tanto più gravi perché subiti in famiglia, in casa, là dove si dovrebbe essere accolti, capiti, sostenuti; Cristina di Belgioioso , definita “ la prima donna d’Italia in quanto partecipe dei Moti Carbonari, collaboratrice di Mazzini, amica di Mameli, l’unica aristocratica che, nonostante il suo impegno , non fu invitata al ricevimento per la festa dell’Unità d’Italia. Forse quanto aveva fatto era considerato troppo per una donna del suo tempo. Simon de Beauvoir che già da adolescente si era ribellata ad un’esistenza spesa nel preparare pranzi e cene: il suo futuro non poteva essere grigio e piatto, voleva fare cose grandi e creare per le donne spazi di libertà e affermazione. Qiu Jin da bambina si ribellò alla dolorosa operazione della fasciatura dei piedi, da giovane abbandonò la sua famiglia per studiare, poi fondò un giornale per le donne e una scuola, ma fu decapitata nella piazza del suo villaggio. In una poesia esorta le donne “ ad alzarsi in volo, a lasciare la polvere della terra, ad essere guide, leoni risvegliati, messaggere di cultura e intelligenza”. Non poteva non essere ricordata Mahsa Amini, la ragazza iraniana uccisa solo perché dal velo usciva una ciocca di capelli, ma in suo nome e al grido di “ Donne, vita, libertà” è nata l’opposizione e la protesta contro il governo iraniano che vuole respingere le donne nell’ombra. Shirin Neshat, la regista, fotografa e artista iraniana che attraverso le sue opere mostra i corpi velati di martiri che ogni giorno devono fare i conti con la violenza e il terrorismo. Ha voluto presentare una donna del suo paese, l’Ucraina, Maksym, un alunno della II H e ha parlato di Anna di Kiev, moglie di Enrico I e madre di Filippo, re di Francia, Una donna forte, colta che ha avuto la reggenza di Francia per 6 anni, conosciuta come “ la madre di Francia e considerata in Ucraina un’eroina per la sua fermezza e il suo valore. Maksym ha detto di aver seguito con interesse , di non aver capito tutte le parole , ma di aver compreso il senso della manifestazione e del lavoro attraverso le emozioni delle ragazze. Dopo la riflessione gli alunni hanno piantato nel giardino della scuola una pianta di rose perché “ Le donne come le rose mettono radici, sono resistenti, sopportano le avversità e, nonostante la mancanza di cure, rifioriscono baldanzose a ogni primavera”. Galleria fotografica
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